PAPA

Una voce per la pace, un’eredità per il futuro: la lettera dei Giovani per la Pace per dire "Grazie" a Papa Francesco

 

Nel giorno in cui il mondo intero ha appreso con dolore della scomparsa di Papa Francesco, i giovani della Comunità di Sant’Egidio hanno voluto esprimere con parole sincere e riconoscenti quanto la sua testimonianza abbia lasciato un segno indelebile nella loro vita. Un messaggio carico di affetto, memoria e impegno, scritto da “I Giovani per la Pace”, che ripercorre le parole e i gesti del Papa che ha saputo parlare ai cuori, aprendo strade di pace, solidarietà e speranza per tutti, specialmente per i più piccoli, i poveri, i dimenticati.

La lettera

Caro Papa Francesco,

quando abbiamo saputo della tua scomparsa, noi giovani abbiamo sentito subito un senso di vuoto. Allo stesso tempo abbiamo compreso che la tua eredità è un tesoro prezioso.

In questi anni, ci ha invitati ad uscire dall’“Io” e a guardare ad un “Noi” universale, accompagnandoci in un cammino di fede che ci insegna a farci carico dei più deboli. In un tempo di globalizzazione dell’indifferenza ci hai aperto allo sguardo verso l’altro. Quando pensavamo che l’unica cosa importante fosse il successo, tu ci hai insegnato che non ci si salva da soli, e che nessuno deve essere lasciato indietro.

Quel “siamo tutti sulla stessa barca” lo abbiamo compreso perché eri sempre pronto a intravedere un futuro migliore nonostante gli eventi.
I timori per tanti segnali di odio ci preoccupavano, ma la tua voce era sempre protesa alla pace. Alle famiglie salvate grazie ai corridoi umanitari, hai detto che l’accoglienza è il primo gesto per costruire la pace. Di fronte alla guerra in Ucraina, così come per la Terra Santa e per tanti altri conflitti dimenticati, ci parlavi di pace.

Ti sei rivolto al Sud del mondo, troppo spesso sfruttato, invitandoci a non rassegnarci, ma anzi a sognare una società senza esclusi, più umana, che accoglie diversità e difficoltà. Hai fatto appello ai potenti, perché volgessero lo sguardo alle sofferenze di chi grida aiuto, perché la storia va guardata dal basso, con gli occhi dei sofferenti.

Ci hai dimostrato quanto importanti siano i sogni dei bambini. L’infanzia non può essere la periferia dell’esistenza, ma deve essere al centro perché ne va del futuro, che appartiene ai bambini e ai giovani, come ci hai ribadito durante le Giornate Mondiali dei Giovani.

Ci hai insegnato a prenderci cura dell’ambiente. Tutti abitiamo questa nostra casa comune, troppo spesso sfruttata. Il creato che ci circonda è un dono unico, e proteggerlo è una responsabilità.

Ti sei speso a favore delle cure eque, accessibili a tutti: la medicina salva le vite e tuttavia non a tutti è diritto di essere curati ugualmente. Perché un mondo più giusto non conosce discriminazioni.
A fiorire, fu il tuo dono più grande: hai insegnato che ogni uomo può fiorire comprendendo il valore di una parola: solidarietà. Solo mettendo al centro la solidarietà, possiamo prenderci veramente cura degli altri.

Ce lo hai mostrato aprendo case di accoglienza per i poveri in palazzi, che altri volevano trasformare in alberghi di ricchi, o quando da Lesbo e da Cipro sei tornato a Roma con famiglie di rifugiati o quando, visitando le periferie del mondo - dall’Albania al Sud Sudan, dalla Myanmar al Perù - hai donato centralità alla vita dei popoli che sono “fratelli tutti”.

Caro Papa Francesco, la tua eredità ci fa sognare. Per averci indicato la strada per un futuro migliore, non possiamo che ringraziarti e chiederti di continuarci ad aiutare da lassù, dal cielo, a guidarci e proteggerci.

Roma, 21 aprile 2025

I Giovani per la Pace della Comunità di Sant’Egidio